La GAG per definizione è la battuta, il siparietto comico, come anche ricalca il concetto di soffocare, strozzarsi, magari per il troppo ridere.
Il ridere questo sinonimo di stare bene, ma forse anche no, si ride per disperazione, per non piangere e pure un po' per isteria per lasciare fluire la negatività.
Ridere e piangere insieme, o a momenti alternati.
Insomma comunque la gag è un soffocare (magari di risa) e quindi un gran diocanaccio.
Quest'ampia dicitura di una realtà comica, che scavalla e trascende la realtà reale e diventa surrealismo assoluto.
E intorno a me vedo solo gag, voi direte che vita incredibile, divertente, mai noiosa.
No, è una vita di merda esattamente come la vostra, ma semplicemente ciò che la rende ancora più una merda è il leggere il "maccosa" dalla vita come una grande infinita incredibile gag. Stupirsi e ridere delle disgrazie proprie, delle situazioni senza senso e profondamente spiacevoli.
Ridere di tutto non è prendere tutto con leggerezza, tutt'altro è: SOPRAVVIVERE.
Io di base sopravvivo e rido, rido di ogni incredibile cosa, ovviamente negativa, si presenti davanti a me.
Lasciate che la gag vi pervada, vivetela come se fosse l'ultima, lasciatevi andare alle situazioni del cazzo, non cercate di fuggire, lanciatevi colla testa in questo mare pieno di scogli a vista, farsi del male è un arte e io ne so il Michelangelo, del resto senza arte, né parte. So' che anche voi potete farcela.
Vivete tutto così.
In quanto la vita non vi sorriderà, ma voi riderete istericamente della vita e così andrete avanti e avanti e avanti scordandovi di essere nati.
In quanto la vita non vi sorriderà, ma voi riderete istericamente della vita e così andrete avanti e avanti e avanti scordandovi di essere nati.
Ma piuttosto, basta farneticare, torniamo alla scienza, esistono ben tre tipologie di gag:
1) La prima è la "classica", quella di bassa lega. Siete a cena in un posto pubblico, magari ad un matrimonio e ad uno dei presenti scatta una sonora e incredibile scorreggia mentre voi bevete un amaro particolarmente denso e cremoso, non riuscite a trattere la sonora risata e così lo sparate a dritto in faccia, nonché sul suo vestito celestino, alla testimone di nozze che a malapena conoscete;
2) La seconda è la "sottile". Ad esempio quando state raccontando i cazzi di un'altra persona, magari ad un vostro amico, che non conoscete bene. Ridete per ore prendendolo in giro e solo a fine serata scoprite che è il cugino o l'amico d'infanzia del suddetto vostro interlocutore;
3) La terza è la "tragedia". Non esistono reali esempi, è solo quando l'incastro della vita vi porta a vivere una situazione talmente drammatica, ingestibile, inconsapevole, porcodiodicevole, che la realtà di botto supera talmente tanto la fantasia da ridiventare prepotentemente realtà, realtà che state vivendo, e niente, sarebbe meglio andare in coma temporaneo, linea piatta e pedalare. Farsi domande o reagire alla cosa sarebbe assolutamente inutile e controproducente.
Ne deriva, dall'ultima tipologia, la nuova scuola di pensiero per ragazze/i moderne/i: #livingthegag.
Bisogna lasciarsi vivere e vivere la gag in maniera libera spassionata, senza fronzoli e legami.
Lasciare che la gag ci avvolga con un caldo abbraccio di filo spinato, che ci culli con corde di yuta su uno strapiombo dello Yucatan, lasciare che ci pervada come l'eroina o la cicuta (a seconda delle vostre inclinazioni culturali).
La gag è per tutti: borghesi e proletari, aristocratici ed anarchici. La gag non fa distinzioni sociali, né di sesso.
La gag è tua amica, come tua nemica.
La gag è con te nel momento del bisogno e del disagio.
Vivi la gag.
Fallo.
Una gag è per sempre.
Nessuna paura e nessun rimpianto, nessun rimorso, nessun futuro.
La gag non ti giudica, la gag non ti assolve.
It's just a gag and you just a girl/boy.
Semplicemente living the gag now.
Siamo moderne/i per dio.
Lasciativi andare sarà bellissimo, lo stesso.